“L’angolo del mondo” di Mylene Fernandez Pintado

L’angolo del mondo di Mylene Fernandez Pintado edito da Marcos y Marcos è una storia ambientata a Cuba, la storia di Marian, una donna che insegna all’università e che si definisce grigia:

Non porto avanti progetti con le università straniere, non viaggio, non conosco persone influenti. […]
Non sono coraggiosa. Per questo non ho mai scritto niente se non gli appunti delle lezioni. Non saprei dare una risposta memorabile se qualcuno mi chiedesse dei miei progetti futuri, della letteratura che si produce dentro e fuori dall’Isola, o di come faccio a scrivere con tutti questi impegni.

Nella vita di questa donna grigia arriva Daniel, un giovane scrittore di 22 anni al suo primo romanzo.

Daniel Arco che era il classico spiantato erudito. Ha difeso ogni parola, ogni frase, ogni virgola e mi ha detto mille volte senza dirlo che se io non ero in grado di vedere molte cose, non significava che lui non l’avesse costruite. Appassionato e teatrale, ha recitato dai classici fino ai postmoderni. Teorie narrative, tecniche di scrittura, storia della letteratura, aneddoti di scrittori. Mi ha sbalordito. […]
La Letteratura, secondo lui, era ben altro qualcosa che io non potevo neanche immaginare.

Tra questi due caratteri così diversi scoppia la passione: non per nulla siamo a Cuba, luogo dove si dice che tutto ruota intorno al sesso. E finalmente nella vita di Marian c’è qualcosa oltre alla letteratura.

La letteratura è stata il ponte lungo il quale ho camminato con e verso le persone amate. Ma non si è dimostrato abbastanza solido. Mia madre è morta nonostante il suo entusiasmo per il romanzo che ho inventato per lei. […]
Ho provato a far diventare la letteratura il filo verso la felicità, un amuleto per scongiurare le assenze. Perché non mi restasse solo questo. […]
Le avevo chiesto i tre doni che tutti vogliamo dalle fate. I tre desideri delle fiabe e della vita. Salute, Soldi e Amore. Non mi ha concesso nessuno dei tre.

Marian è una donna che si trova bene a Cuba, nonostante Cuba siano il posto dove puoi ascoltare un concerto di Abbado per un quarto di dollaro ma magari non hai niente da mangiare. Invece nella sua vita così grigia e così regolare arriva Daniel, un ciclone, un animo picaresco che vuole scrivere un romanzo, diventare ricco e famoso per poi fuggire dall’isola.

Ne L’angolo del mondo di Mylene Fernandez Pintado edito da Marcos y Marcos c’è una Cuba assolutamente diversa e lontana dagli stereotipi: non c’è il Che, Fidel, la Revolucion (se non come un lontano fatto successo cinquanta o sessanta anni prima) e non c’è per fortuna nemmeno l’agiografia che vuole i cubani poveri ma felici.

Le ambasciate europee non credevano più a quelli che dicevano di voler partire per rivedere parenti, amici, amori o per studiare. Erano stanche di questi cubani che non erano né del Primo Mondo né del Terzo, nè immigrati nè cittadini. Persone che scappavano dal loro paese per poi raccontare a tutti quanto fosse bella la vita a Cuba e che finivano per catechizzare i nuovi amici con una serie di racconti nostalgici che sfruttavano tutti i vantaggi del nuovo paese guardandolo però sempre con sdegno e malinconica alterigia.

Cuba è un mondo dove è difficile mettere insieme il pranzo con la cena, dove metà della popolazione vuole scappare (ma quelli che scappano poi la rimpiangeranno sempre) mentre la metà che resta non riuscendo a vivere si arraggiangia cercando di truffare il sistema cubano. All’interno de L’angolo del mondo scopriamo ad esempio un mondo non propriamente legale che ruota intorno alle vecchie macchine d’epoca che girano per l’isola, le cui vicissitudini sono uno dei grandi argomenti di conversazione cubani.
Quando Daniel dice a Marian di amarla e di volere andare via, con lei, si arriva al punto di rottura: perchè non basta l’amore quando si affrontano due modi diversi di concepire la propria vita, ma anche il destino del proprio Paese. Marian infatti sa a quale mondo appartiene:

Quello delle persone che credono che stare da questa parte valga più dei superlativi del mondo di là. Persone che lavorano, si lamentano e protestano perché credono che tutto debba cambiare in meglio. E che vogliono che tutto migliori, come altre persone in altri luoghi. Siamo forse il gruppo più ambizioso. Voglio autobus, caffelatte e concerti ma qui. Voglio stare qui, Daniel, e voglio che tu rimanga con me.

A questa certezza granitica su cosa vuole Marian abbina anche la certezza su come sarà il futuro di Daniel se questi vorrà voltare le spalle a Cuba.

Tu vuoi troppe cose contemporaneamente. Il primo romanzo ti servirà per parlar male di Cuba, o forse i primi tre. Farai venire a galla tutta la merda e sicuramente saranno magnifici. C’è tanta tela su cui ricamare. Ma poi sarai a corto di argomenti perché non saprai più cosa sta succedendo, e ti metterai a scrivere sciocchezze. A preoccuparti solo che siano cattivissime, tristissime o violentissime. Finché gli editori si stuferanno di leggere sempre le stesse storie e ti sostituiranno come un altro giovane appena arrivato

Ne L’angolo del mondo di Mylene Fernandez Pintado edito da Marcos y Marcos si incontrano tre storie: quello della scrittura, perché Daniel ha un libro e Marian lo legge, lo analizza, lo giudica “da fuori”, con lo sguardo freddo e preciso del tecnico. Quello legato al desiderio di fuga da Cuba e al desiderio di amarla nonostante sia come sia, e che si dipana attraverso tutta una serie di descrizioni reali di Cuba, con tutte le sue magagne, le macchine che non funzionano, le persone che vivono in maniera picaresca (aggettivo che torna moltissimo nel romanzo).
E poi c’è una storia d’amore tra due persone diversissime per età, per formazione, per modo di fare e che vogliono per sè cose ben diverse. 
Per sapere l’esito della loro storia… dovrete leggere L’angolo del mondo di Mylene Fernandez Pintado edito da Marcos y Marcos!

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