La clinica Riposo & Pace di Francesco Recami è il secondo episodio della Commedia Nera che l’autore sta pubblicando con Sellerio.
Questa non è una serie antologica: Francesco Recami sta raccontando con una serie di storie slegate le une dalle altre improntate ad un umorismo duro e cinico alcuni aspetti fondativi della nostra vita e della nostra società.
In La clinica Riposo & Pace secondo me si sente molto l’ispirazione di Sette piani, uno dei racconti più belli di Dino Buzzati, anch’esso ambientato in una clinica. Lì c’era un uomo che aveva un accenno di malattia e per questo finiva al settimo piano di una clinica, quello per le inezie: la storia diventava ben presto una discesa (anche fisica) nell’orrore della malattia, però sempre narrata in maniera estremamente pulita e quasi asettica.
La clinica Riposo & Pace invece è la storia di un antipatico uomo anziano che viene mandato in clinica dai nipoti, sostanzialmente per sbarazzarsene. Da questo spunto potrebbe nascere una commedia allegra e leggera, con i tentativi dell’uomo di fuggire, invece Francesco Recami dà vita ad un racconto duro, anche sgradevole certe volte, che prende in giro senza infingimenti e senza uno sguardo benevolo o pietoso la malattia ed il decadimento fisico degli anziani.
Secondo il vecchio adagio per cui la satira Castigat ridendo mores Francesco Recami ne La clinica Riposo & Pace ridendo prende in giro, però sempre con una risata a denti stretti, il nostro rapporto con la vecchiaia ed il senso di inutilità che molti vecchi assumono per le famiglie. Simon De Beauvoir diceva che i vecchi in una società capitalistica sono inutili perché non consumano e non producono: La clinica Riposo & Pace abbiamo un vecchio ricco che vuole continuare a vivere mentre i parenti non ne possono più e questo lo costringe a lottare per sopravvivere nella clinica.
Se questo potrebbe fare ridere, Francesco Recami trancia in gola la nostra risata riproponendo neanche in maniera troppo velata il tema dell’eutanasia attiva sui membri “inutili” della società. È una risata a denti stretti mutuata dalla visione cinica della senescenza, senza infingimenti e senza edulcorazioni del mondo della vecchiaia e della malattia.