Per parlare di Benevolenza cosmica di Fabio Bacà, pubblicato da Adelphi, dobbiamo farci una domanda: come ci sentiremmo se diventassimo all’improvviso fortunati, molto fortunati? Anzi, fortunati in una maniera da non sapere gestire!
Non stiamo parlando della fortuna di Gastone, il cugino di Paperino che inciampa nei portafogli. Parliamo di una fortuna molto più sottile, oserei dire una fortuna irritante.
Cosa penserebbe se le dicessi che da circa tre mesi non c’è nulla che mi vada storto? Che la mia vita, da assolutamente normale che era, si è trasformato in una sequenza di colpi di fortuna a dir poco incredibili? Che non solo ho assistito alla diminuzione inesorabile delle seccature che costellano l’esistenza di chiunque, ma che i pochi contrattempi residui finiscono per preludere a qualche spudorato beneficio assolutamente imprevedibile?
Ecco il quesito che pone Kurt O’Reilly, il protagonista di Benevolenza cosmica di Fabio Bacà, pubblicato da Adelphi, ad un suo vecchio insegnante, e che riassume alla perfezione il nocciolo del libro.
Questo esordio letterario costituisce uno dei romanzi più divertenti, sorprendenti e intelligenti usciti quest’anno.
Parte da un tema che tutti quanti abbiamo ben presente, il classico “colpo di fortuna” e lo trasforma in un gioco colto e surreale. Questa fortuna diventa una sorta di spettro che perseguita il londinese Kurt durante tutto il romanzo, che si svolge in una sola giornata. Schivare l’invadenza della benevolenza cosmica si dimostra estremamente arduo:
Solo nelle ultime dodici ore il mio consulente finanziario mi ha fatto guadagnare più di 40.000 sterline in un’operazione di borsa predisposta all’unico scopo di perdere denaro. […] I tassisti londra si sono coalizzati per non farmi pagare. Tutte le donne che incontra finiscono per inviarmi segnali più o meno consapevoli di disponibilità sessuale. Mi hanno promosso senza motivo. L’agenzia delle entrate continua a rimborsarmi imposte pagate per l’errore, errori dei quali persino il mio commercialista ammette di non raccapezzarsi. […] ho perso la nozione del concetto di ingorgo: su qualunque strada mi capiti di passare il traffico è semplicemente ridicolo.
A cosa porta tutta questa benevolenza cosmica nel protagonista? In primo luogo alla perdita del gusto di vivere: nulla è inaspettato, ogni cosa invariabilmente finirà bene.
Regna in Benevolenza cosmica di Fabio Bacà, pubblicato da Adelphi, il concetto di “improbabilità”: il protagonista ha studiato statistica, lavora per un ente che si occupa di statistiche e sono il suo pane quotidiano.
Sa che probabilità ha, ad esempio, di morire per collasso da eccesso di temperatura (1 su 6745) o di morire colpito da un fulmine (1 su 164.968) e quindi sa benissimo che non è statisticamente possibile trovare ogni giorno tassisti che non vogliono far pagare la corsa. Evento che infrange il suo vivere quotidiano e le sue certezze, anche metafisiche .
La trama è sottile e semplice, come si vede. Anche per questo serve una grandissima intelligenza e una notevole capacità narrativa, che Fabio Bacà dimostra appieno, per costruirci sopra una storia divertente che si legge con passione.
Se Kurt si pone questa domanda, il lettore e spettatore della vicende se ne pone una diversa: in che modo Bacà concluderà la storia, che spiegazione darà, se la darà, di queste incredibili concatenazione di fortuna?
Intorno al protagonista appaiono tutta una serie di comprimari ugualmente paradossali e improbabili: una guru della moda, un uomo che ha una piscina incredibile su un attico, una bizzarra scrittrice con problemi a empatizzare coi propri personaggi, nonchè moglie di Kurt. Tutti personaggi che aggiungono garbata follia alla giornata di Kurt.
Se servisse un paragone per dare idea di che tipo di romanzo sia Benevolenza cosmica di Fabio Bacà, pubblicato da Adelphi, si potrebbe citare un grande della letteratura italiana: Dino Buzzati. Con una importante differenza: mentre Buzzati tesseva racconti realistici oscurati dalle nuvole del terrore e dell’angoscia, Bacà scrive una storia virata verso l’allegria e la felicità. Se Buzzati era un tessitore di splendidi incubi, con questo esordio fabio Bacà si dimostra un tessitore di sogni allegri.
Tre motivi per leggere Benevolenza cosmica di Fabio Bacà, pubblicato da Adelphi?
Il primo è lo stile: è un libro scritto incredibilmente bene. Con uno stile forbito e colto ma non pretenzioso accompagna con grazia il lettore nella giornata londinese di Kurt O’ Reilly.
Il secondo è perché sono poche le storie allegre e divertente al contempo intelligenti. È difficile divertire con grazia: Fabio Bacà ci riesce.
Il terzo è il piacere di scorrere gli improbabili colpi di benevolenza cosmica che affliggono Kurt aspettando la risoluzione del mistero e la fine della storia: se e come un normale statistico inglese potrà di nuovo essere un uomo statisticamente sfortunato. Come tutti noi.