Quando guardate, e magari vi lamentate, del prezzo di copertina di un libro, vi siete mai chiesti tra editore, distributore, autore, libraio chi guadagna di più da un libro?
Certi libri costano molto, altri meno (e anche molto meno), eppure dietro a tutti c’è un editore che lo ha pubblicato, un autore (o più di uno) che lo ha scritto, un libraio che ve lo vende, e un distributore.
Quest’ultima è la figura forse meno nota al grande pubblico della filiera editoriale.
Tutti e quattro guadagnano dalla vendita del libro, ma in percentuali molto diverse.
Crediamo sia una cosa importante, molto importante, sapere chi guadagna di più da un libro all’interno della filiera editoriale.
Leggiamo le percentuali di carne di maiale nei wurstel, se le uova sono fatte a terra o no, se il maglione è 100% cotone, e che nessun animale è stato sottoposto a violenze alla fine di un film.
Ecco, secondo noi anche un po’ di consapevolezza su chi guadagna di più da un libro è una informazione interessante.
Ma non siamo noi a raccontarlo: non saremmo in grado. Preferiamo sia una vera professionista in materia: Chiara Beretta Mazzotta.
Lei è semplicemente strepitosa: ha una agenzia editoriale, parla di editoria sul suo sito BookBlister, a Radio105 consiglia Libri a Colacione, e poi fa anche corsi per insegnare i rudimenti editoriali o social.
Noi infatti la abbiamo conosciuta dal vivo a Di lavoro, leggo: il corso di NNEditore per noi.
Se vi interessa il mondo legato ai libri, e anche quello che c’è dietro, lei è una delle persone da seguire sui social.
Perchè ha il dono di essere chiara, diretta, senza fronzoli & fuffa, e di sapere quello che dice.
E di raccontare, molto spesso, cose meno note.
Questo post nasce dal suo profilo instagram e da un sondaggio che aveva posto: chi guadagna di più da un libro tra editore, distributore, autore, libraio.
Le risposte, e le percentuali, la hanno spinta poi a raccontare nelle stories di instagram come si divide il prezzo di copertina.
Quelle stories adesso le potete vedere e sentire tra i suoi video igtv.
Se lo volete solo sentire dalla sua viva voce ecco il link al suo intervento, su spreaker!
Altrimenti, qui di seguito, la trascrizione!
Le vostre risposte sono state molto interessanti per me […]
Quasi pari merito: editore e distributore; c’era qualcuno che romanticamente ha indicato l’autore e qualcun altro invece ha indicato il libraio. E questo sicuramente fa scompisciare dolorosamente dalle risate tutti gli amici librai che conosco.
È il distributore che si porta via la fetta più grossa del prezzo di copertina.
Ma chi è il distributore? È colui che fa in modo che i libri stampati dall’editore arrivino nei punti vendita, in questo caso quindi librerie indipendenti e librerie di catena.
Ma non si fa pagare soltanto perché movimenta questi titoli, si fa pagare perché ad esempio funge anche da magazzino. Io ho una casa editrice, microscopica o immensa, e non so dove tenere i titoli? Allora me li tieni tu, distributore. Io, casa editrice, li stampo, poi te li faccio avere e tu fai in modo di distribuirli quando c’è bisogno.
Quindi il distributore costa perché movimenta i libri, costa perché tiene libri ma costa anche per una terzo motivo, perchè fa la promozione libraria.
Quando un editore ha stampato il libro, il suo primo cliente è il libraio, che poi lo venderà ai lettori. E più copie ne prende, più si spera ne venda.
L’editore può andare fisicamente nelle diverse librerie (mandando qualcuno della casa editrice) a fare la promozione, cioè a raccontare questi titoli ai librai in modo che ne vogliano un sacco di copie.
Oppure sarà il distributore che farà anche questi servizi, con dei promotori che vanno nelle varie librerie nel territorio a “spingere” i titoli pubblicati ed in pubblicazione.
Per fare tutte queste cose il distributore si prende dal 50% al 55% del prezzo di copertina; in certi casi si arriva anche al 60%.
Con il guadagno di un libro un editore deve pagare tutto: l’affitto, le bollette, le persone che lavorano in casa editrice come editor, traduttori e redattori, i grafici (perché le copertine qualcuno dovrà pur farle!), e ovviamente uno stampatore che stampi fisicamente le copie che ha prodotto.
Poi ci sono le varie: fiere, eventi a cui partecipare e naturalmente c’è anche l’IVA al 4%, perché le tasse vanno anch’esse pagate. Togliendo tutte queste spese vi assicuro che all’editore rimane in cassa davvero poco, ma dare la percentuale esatta di quello che resta ad un editore per me è difficile. Questo perché passiamo da piccolissimo editore e quello grandissimo.
Azzardiamo un 5% o 6% quando le cose vanno mediamente in modo decente, e un 7%, 8% quando le cose vanno molto bene.
Ma tenete presente che le ultime stime ci dicevano che in Italia di 100 copie stampate più del 60% restano invendute.
E l’autore? Anche quello è un costo che l’editore deve sostenere! Le royalties dell’autore variano a seconda della casa editrice, ovviamente a seconda della fama dell’autore, a seconda di tutta una serie di parametri da valutare (per esempio le vendite del libro precedente).
Si parte dal 5% o 6% (che sono percentuali abbastanza bassine), al 7% o 8% che è più o meno lo standard, ma ci sono anche editori che partono direttamente da 10% (magari perché non danno anticipi, magari perché tirano poche copie) e si va a salire.
Gli editori più strutturati di solito hanno degli scaglioni per cui se un autore vende un tot di copie, siano 5000 o 10000, prende una percentuale e a salire la percentuale aumenta. Ma questo è ovviamente un costo che l’editore deve sostenere.
E i librai? Quanto guadagnano questi benedetti libri?
Calcolate che il libraio acquista il libro dall’editore o dal distributore con uno sconto che di solito si aggira intorno al 30%-35%. Questo sconto, rispetto al prezzo di copertina, è il margine del libraio.
E con questo margine deve pagare tutto: l’affitto del locale, gli stipendi dei dipendenti se ci sono, un gestionale (il sistema che permette di sapere quali libri vengono pubblicati, di avere sotto controllo la situazione editoriale) e tutta un’altra serie di faccende.
Quindi quando incontrate un libraio offritegli un bello Spritz per tirarlo su e ovviamente non chiedetegli mai uno sconto, perché lo state praticamente uccidendo.
Detto questo, possiamo tornare al distributore, quello che se la passa meglio in questa sorta di girotondo di sconti. Lui il libro lo compra scontato -molto scontato…- dall’editore e lo rivende al libraio, che ugualmente lo compra scontato, ma con uno sconto ben più piccolo.
Quindi il margine del distributore è del 20% – 25% e inoltre non ha la preoccupazione per le sorti del prodotto che va a vendere, a differenza dell’editore e dell’autore.
Il suo lavoro in fondo è solo di movimentarlo, tenerlo in magazzino, proporlo per conto degli editori e andarlo a recuperare dai librai quanto questi decidono di renderlo.
Che un libro venda molto oppure no, non è affar suo.
23 pensieri su “Editore, distributore, autore, libraio: chi guadagna di più da un libro?”
Buongiorno, sono un “forte” lettore insieme a mia moglie e alla figlia. Abbiamo circa 3000 volumi (alcuni ereditati) e, quindi, interessati al “libro”. Il Suo intervento è per me molto interessante, vorrei farle un paio domande:
1. come mai diversi grandi distributori sono falliti o hanno chiuso l’attività? Tenuto conto che trattengono una fetta interessante del prezzo del prodotto, ovviamente. Incapacità? Altro?
2. C’è molta concorrenza tra i distributori? La mia impressione è che ci siano pochissimi “grandi” che fanno “cartello”. Mi sbaglio?
3. In alcune librerie che frequento è possibile avere sconti del 10-20% sul listino. Credo che dipenda dal tentativo di fidelizzare il cliente ma…. funziona? La mia personale impressione è che NON funzioni.
Grazie per il tempo che vorrà dedicarmi.
GiuseppeG
Buongiorno,
credo che molti distributori siano venuti meno proprio in seguito a quello che Lei ha osservato: che alcuni, pochi, facendo cartello sono diventati sempre più forti e hanno ben presto monopolizzato il mercato. Oggi Messaggerie è il gruppo che domina il mercato.
Alcune librerie possono fare uno sconto più alto comprando da grossisti che possono un po’ largheggiare essi stessi sugli sconti. In parte funziona. Anche noi abbiamo una piccola tessera punti, e abbiamo riscontrato che riempirla, e quindi potere avere lo sconto, è sempre motivo di soddisfazione per il cliente. Poiché però oggi tutti fanno tessere punti per fidelizzare, questa strategia è utile ma sicuramente non basta: nel nostro campo serve anche competenza, buone maniere, una buona scelta e un sorriso 😉
Grazie a lei per le sue domande!
Mi permetto di dire che affermare che al distributore resti tra il 20 e il 25% é alquanto irreale poiché ai clienti piú grossi e importanti (catene, grossisti, librerie online) eche fanno il grosso del fatturato il distributore concedere dal 40 al 45 % di sconto… alcuni pretendono addirittura il 50%. Inoltre deve dare ai propri promotori in media almeno il 4-5% di provvigioni. Quindi se gli rimane un 10 % é già tanto… e con questo 10% deve pagare magazzino, magazzinieri softweare e hardwear per logistica fatturazione contabilità e messa onlin tramite portale dedicato.
Il grafico a torta è sbagkiato e l’informazione trasmessa scorretta. Il 60% del distributore INCLUDE il 30% del libraio e l’8% della promozione!!!! Mentre non avete incluso il costo di stampa e confezione, solitamente intorno al 18%. Avete trasmesso informazioni gravemente inesatte
Esatto: Se il distributore acquista dall’editore con uno sconto del 50% del prezzo di copertina (per ipotesi 15€) vuol dire che lo compra a 7,5€ e poi lo vende al libraio con uno sconto del 30% sul prezzo di copertina (quindi a 10,5€). Il che vuol dire che del prezzo di copertina al distributore non va il 50% ma il 20% (50-30). Quindi 3 €su 15. Con questi 3€ deve pagare tutti i costi (inclusi i promotori. Quindi dei 15 € al libraio ne vanno 4,5 € (30%), al distributore 3€ (20%), l’editore 6€(40%, con cui deve però stampare, pagare l’autore, pagare il magazzino ecc.) e all’autore massimo il 10% quindi 1,€
Questo articolo offre davvero ottimi spunti di ragionamento! La mia sensazione, da neofita, è che agli editori manchi totalmente una preparazione di tipo economico e gestionale. Scommetto che la parola “supply chain” rappresenti per loro un’oscura bestemmia in una lingua lontana e sconosciuta.
Detta questa cattiveria (sono però pronto a smentirmi), mi piacerebbe sapere se esistono piccoli editori indipendenti che “movimentano” fisicamente i propri titoli nelle singole librerie con mezzi propri, saltando l’intermediario più costoso e tagliagola, il distributore. Esistono, a sua conoscenza?
Perché se esistono, occorre onorarli e prendere esempio da loro.
Perdoni se approfitto del suo sapere e della sua pazienza.
Esistono, esistono.
Per citarne solo due, uno piccolo e giovane, uno medio e centenario. CasaSirio e Laterza
Grazie della sua cortesia e dell’info!
La mia esperienza di autrice: L’editore ti fa un contratto, che prevede che dalla vendita del libro tu ci guadagni l’8%. Poi non rispetta il contratto, e anche se il libro si vende bene, ti paga solo per i primi 6 mesi, a denti stretti. Poi, non manda più i rendiconti, accampa scuse, e l’unica cosa che fa, se va bene, è n”regalarti” qualche copia, certo che ci sarà un ritorno per lui: il libro sarà comunque conosciuto, l’editore pure. Non gli farai causa, e lo sa: spenderesti almeno 1000-2000 mila euro in spese legali, e azzereresti il tuo guadagno. A me è andata così per tre volte.
Ho fatto stampare 500 copie ( 5 rimangono all’editore) di un mio libro.
L’editore non pensa né alla distribuzione né alla pubblicizzazione. Faccio tutto io.
Il prezzo di copertina è 16 €. Sarei curioso di sapere alla fine quanto mi resta. Grazie.
Nel contratto con l’editore dovrebbe essere definita in maniera chiara la sua percentuale
Noi la scriviamo come fascia (circa 10% lordo) ma nessun editore sa il margine preciso fino alla fine, perché varia in base a quanti libri si vendono: più se ne stampano meno costano in tipografia.
Sono un artigiano stampatore di libri, lavoro con piccole case editrici e portali di auto pubblicazione . Anche noi parte della filiera, dove a differenza degli altri siamo quelli che anticipiamo soldi.( carta , stampa e legatoria). Veniamo pagati a 90/120 giorni e qualche volta anche a 180 giorni, senza contare le fregature di qualche piccolo editore improvvisato che non vendendo il libro, non ti paga.
Ecco, questa parte della storia non la sapevamo!
Grazie Silvano
Inserisco un nuovo interrogativo nella questione: come funziona quando la rivendita avviene online, attraverso Amazon o un qualche altro sito di rivendita libri (non calcoliamo la vendita diretta dal sito dell’editore). Un’autrice mi ha detto che questo sistema è peggiore rispetto a quello della rivendita nelle librerie poiché va a togliere soldi sia a editore che autore (oltre che, ovviamente, libraio). Tuttavia non ho capito perché questa modalità danneggi editore e autore. Pensavo che in questo caso il rivenditore online si prendesse semplicemente la fetta che solitamente spetta al libraio e forse anche del distributore che forse è altrettanto tagliato dall’equazione? Sono davvero curiosa di fare luce sulla questione.
Il sito web compra dall’editore grosse, grosse quantità di un testo, ma per farlo vuole fortissimi sconti e questo significa che all’editore restano meno soldi con cui pagare tutti, autore compreso.
Recupero da un vecchio articolo del Corriere uscito quando Edizioni E/O nel 2017 smise di dare i suoi libri ad Amazon: “editori che, pur di vendere i loro libri, accettano condizioni economiche eccessivamente onerose dovute ad Amazon. Il dato esatto sulla percentuale sulla vendita non è noto ma si parla di circa il 50% del prezzo di copertina. “
Sono un editore. Le percentuali dell’infografica non sono corrette perché nel 55-60% del distributore rientrano anche le quote della libreria e dell’agenzia di propaganda che propone i libri alla libreria. All’editore arrivano quindi 40-45% ma non sono affatto tutti suoi.
– il 4% viene versato come iva allo stato (calcolato sul 30% dello STAMPATO e non sul venduto)
– il 5/10% viene versato all’autore, in base alle vendite
– il 15/25% vanno (o meglio, sono già andati prima) alla tipografia e ai corrieri. Infatti il libro per poter essere venduto va prima stampato e trasportato dal distributore!
All’editore rimane quindi il 10/20% lordo, da cui detrarre anche i costi sostenuti per farlo quel libro (illustratori, tecnici per l’impaginazione, correttori di bozze… tutti questi non hanno percentuali ma guadagnano per la prestazione, a prescindere dalle vendite). Dal lordo – costi vanno poi detratte le imposte. Gli editori più piccoli versano allo stato, come tasse, il 20/25% (in base al tipo di società e al regime fiscale) ma si può arrivare anche a superare il 50% (basta un bilancio in utile di almeno 75.000€). Insomma dal 10% rimasto può rimanere anche il 5% netto alla fine. Con cui vanno anche pagati fitti/mutui e dipendenti. Pensate quante decine e centinaia di migliaia di libri dobbiamo vendere per essere soddisfatti:) Ma in fondo è il lavoro che amiamo e siamo qui per questo. Viva i libri!
Grazie moltissimo per questo ulteriore apprfondimento!
È proprio vero che le cose sono sempre più complesse di come appaiono a prima vista!
Faccio una domanda in termini di ipotesi: supponiamo che non esistano più né le librerie né i distributori. E che rimangano solo gli editori e la piattaforma amazon. Supponiamo poi che ogni editore usi amazon SOLO per la promozione dei propri libri e che quindi, quando un lettore ordini il libro in vetrina su amazon, sia poi l’editore ad inviare con un corriere quel libro al cliente. Questa ipotesi potrebbe essere più conveniente di tutti i modelli discussi qui?
Visto che già adesso, in regime non di monopolio, Amazon vuole una fetta alta, molto molto alta sul prezzo di copertina direi di no. Almeno, per l’editore di sicuro non sarebbe conveniente.
Buongiono. Vorrei suggerire una precisazione: non esistono piccoli editori, per lo più indipendenti ed editori grandi, esistono solo gli editori ed esiste un mercato editoriale. L’editoria è un’industria, ma è anche un settore dove si può fare molta sperimentazione, soprattutto nella nostra epoca, intrisa di tecnologie sempre più innovative. Non esiste il concetto di libro “universale”, ma diversi libri destinati a diversi settori, Esistono libri di narrativa, libri tecnici, libri biografici e libri monografici. Sono per citarne alcuni. Ognuno di questi ha peculiarità che ogni autore ed editore deve conoscere ed affrontare, Di quali libri, dunque parliamo? Leggendo i vostri messaggi sembra di parlare solo di libri di narrativa, o forse autobiografici. Ma un autore che porta il suo libro di narrativa all’editore, deve essere noto, altrimenti l’editore, sebbene accetti di stamparlo, non venderà nulla. Ripeto l’editoria è un’industria che ha un mercato. Al mercato porti le primizie. I prodotti sconosciuti non li vendi. Questo dovrebbe far riflettere e ridurre velleità e i rischi economici.
HO SCRITTO DEI LIBRI HO AVUTO UNA CERTA NOTORIETA’, MA GUADAGNI QUASI ZERO. GLI INTROITI MAGGIORI VANNO ALL’EDITORE, ALLA LIBRERIA E AL DISTRIBUTORE E COLEI CHE HA LA VOGLIAMO PREMIARE DI PIU’? IL MOTORE PRINCIPALE DI TUTTO CIO’ E’ L’AUTORE ED E’ QUELLO MENO PAGATO. E’ UN’INGIUSTIZIA.
Alla fin fine l’autore, quello che ha creato il libro, senza il quale il libro non esisterebbe, è quello che guadagna di meno. Se vi sembra giusto un sistema così…