Ferryman di Claire McFall edito da Fazi è un romanzo che ufficialmente potrebbe rientrare una categoria young adult, cioè quei libri più o meno fantasy e per adolescenti.
È una distinzione che lascia il tempo che trova, perché i buoni libri, quelli che valgono, travalicano i confini e anche le età di lettura.
Ferryman di Claire McFall è una storia di amore e morte: tanto amore ma anche tantissima morte.
La protagonista, Dylana è una adolescente che muore in un incidente in treno. Non anticipo nulla che non sia già nella seconda di copertina, naturalmente.
Morta, si risveglia e si trova a dover compiere un percorso verso quello che si potrebbe intendere come il paradiso, ma nella storia non vengono mai utilizzati termini religiosi, nè appare una visione e una dimensione deistica di tutto ciò che accade dopo la morte.
Per arrivare in questo luogo, dove la sua anima eterna soggiornerà, deve compiere un cammino e c’è qualcuno che l’accompagna.
Secondo molti Ferryman è una rivisitazione del mito di Caronte: non sono molto d’accordo, mi sembra un caso più similare a Ermes, tra i cui vari compiti c’era anche quello proprio di accompagnare le anime.
Qui non ci sono barche o fiumi, ma un percorso che dura all’incirca quattro giorni in una terra desolata e che fa spavento.
Il traghettatore, l’accompagnatore di anime che conduce Dylan lungo il suo viaggio si fa Tristan e ha fattezze e movenze di un adolescente: è prassi che questi spiriti assumano un aspetto che dia sicurezza alle anime che accompagnano nel tragitto. Poichè il tragitto stesso in qualche maniera deve essere comprensibile all’anima, e Dylan (come Claire McFall) è scozzese, il percorso è ambientato nelle Highland.
C’è da dire che Ferryman di Claire McFall non rende buon servizio al turismo scozzese: Dylan e Tristan attraversano colline, altre colline, paludi, laghi e altre colline. È tutto un gran scarpinare salendo e scendendo da queste colline, dove ogni tanto c’è un cottage.
Claire McFall riesce a reggere un romanzo con soltanto due protagonisti, e non è da tutti.
Dylan muore abbastanza in fretta, credo nelle prime trenta pagine: dopo c’è il suo viaggio con Tristan, soltanto loro due in questo ambiente ostile e ventoso, infestato da demoni. Non dirò nulla sulla forma ed il fine di questi demoni, che va scoperto leggendo.
C’è una grandissima potenza visiva in questo romanzo, ed uno dei suoi punti forti sono proprio i demoni, ben diversi da come noi ce li immagineremmo. Al di là della descrizione della natura scozzese (colline, altre colline, freddo, cottage, qualche palude e altre colline), tutta la parte che possiamo definire come “ultraterrena” è visivamente molto efficace, anche perché diversa da tante altre cose lette o viste nell’ultimo periodo.
Dicevo che è una storia d’amore e di morte; il tema della morte direi che a questo punto è abbastanza chiaro.
Quanto all’amore, tenuto conto che Dylan è una adolescente e Tristan appare a lei come un suo coetaneo, è abbastanza intuibile tra i due nasca un certo sentimento. Eppure questa storia d’amore si sviluppa in una maniera abbastanza diversa dal solito. Se possiamo capire l’interesse di Dylan verso questo adolescente biondo, abbastanza belloccio ed un po’ tenebroso, Tristan si innamora di lei perché, tra tutte le migliaia di anime traghettate, lei dimostra interesse per chi si trova davanti. E ciò fa sentire Tristan unico e speciale.
Ferryman di Claire McFall è solo il primo di una saga in tre volumi.
Nella storia troviamo tutti i corretti cliché del genere, in primo luogo la crescita dei personaggi.
Lei, da ragazzina più o meno spaventata e anche un po’ malmostosa, diventa un’adolescente consapevole. Tristan, da essere (se vogliamo dire così) un un impiegato stanco che da una eternità (o quasi) fa il traghettatore, tutti i giorni lo stesso lavoro anche brutale per certi aspetti, diventa una persona che vuole qualcosa di più e a vedere se stesso in una maniera diversa.
Una cosa simile a quello che possiamo leggere in quella saga steampunk straordinaria che è L’attraversaspecchi.
È un luogo comune nella letteratura l’amore che cerca di vincere la morte: pensiamo al mito di Orfeo ed Euridice, ad esempio.
Questo amore (Amore eterno recita il sottotitolo) che nasce tra un’anima e il suo traghettatore potrà superare le barriere della morte?
Se avete intuito più o meno la struttura di Ferryman di Claire McFall intuite che decidano di rompere gli schemi e la routine di questo mondo ultraterreno.
Sono abbastanza curioso di sapere, anche dopo avere letto di alcune cose che cambiano in Tristan sul finale di questo primo volume, come si evolverà la vicenda nel secondo, e poi naturalmente nel terzo.