Il ritratto di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori, inizia con il più classico dei triangoli: lui, lei e l’altra.
Potrebbe essere l’inizio di un dramma borghese ed invece è molto di più: partendo da una situazione comune a tanti altri romanzi Ilaria Bernardini declina la storia in una profondamente originale.
All’inizio del romanzo Martìn, ricco banchiere e faccendiere di origine argentina, entra in coma e viene ospedalizzato a casa sua: lì, incosciente e attaccato al respiratore, è accudito dalla moglie Isla, che era stata anni prima una pittrice e una performer. E poi c’è Valeria, amante di lungo tempo, da decenni.
Martìn ha vissuto due vite parallele: una con la moglie con cui ha una figlia adolescente e due gemelli sui 12-13 anni, e una con l’amante, che adesso è distrutta dal dolore e vuole stargli vicino. Per riuscirci mette in atto un piano che ci sembra incredibile.
Valeria è ricca e famosa, è una scrittrice che ha pubblicato varie raccolte di racconti nella sua vita: per la sua prossima pubblicazione prossima all’uscita decide la quarta di copertina sarà un suo ritratto realizzato da Isla. Tramite questo escamotage potrà entrare nella casa di Martìn e in qualche maniera essere vicina al suo grande amore.
Il ritratto di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori, potrebbe essere un thriller: una moglie e una amante, l’amante che si aggira nella casa, la moglie che forse sa tutto.
Potrebbe essere una storia che si regge sul gioco del gatto col topo e invece è un grandissimo romanzo che va a interrogarsi e a interrogarci su temi profondi e importanti.
Il primo è la morte, com’è naturale se abbiamo un uomo a letto, in coma. Al vivere il senso di perdita imminente si affianca l’interrogarsi sul tempo che passa. Mentre è vicina a Martìn Valeria pensa agli anni che hanno passato assieme, ma pensa anche al suo corpo: è una donna di cinquantacinque anni che sta invecchiando e invecchierà senza una famiglia perché Martìn ha creato una famiglia con Isla.
Eppure, Valeria pensa, in un’altra dimensione oppure in un’altra linea temporale lei e la donna che la sta dipingendo avrebbero potuto essere amiche o lei avrebbe potuto essere al suo posto, madre dei figli di Martìn.
Ricorre nel romanzo l’interrogarsi sulle scelte che abbiamo fatto, e che ci rendono ciò che siamo, e su quelle che non abbiamo fatto.
Il ritratto di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori, indaga l’arte, com’è naturale avendo due artiste una davanti all’altra, non in senso figurato ma proprio fisico. Isla e Valeria sono una pittrice che ha smesso di dipingere e una scrittrice che ruba la vita degli altri, come lei si definisce. Valeria infatti prende appunti e si annota quello che succede alle persone intorno a lei per poi scrivere i suoi racconti: ruba un po’ di qua e un po di là e vorrebbe anche rubare un po’ della vita di Isla o di Antonia, la figlia adolescente e grande fan dei suoi racconti.
Eppure Valeria ha timore ad attingere alla vita di queste donne, che pure conosce molto bene, perché in tanti anni di relazione Martìn le ha parlato di quello che succedeva in casa sua, della figlia e della moglie, dei loro problemi e delle loro dinamiche. Non è allora semplice per Valeria entra in quella famiglia fingendo di non sapere niente di loro, cercando di non fare trasparire che già li conosce.
Ma Isla e Antonia sanno qualcosa di lei? Martìn si è confidato con la figlia, oppure è stato scoperto dalla moglie? Questa domanda nasce spontaneamente nel lettore: è realmente possibile che l’uomo in tanti anni abbia mai fatto trasparire qualcosa?
In questo peculiare triangolo tra un uomo e le sue due donne che è Il ritratto di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori, non si tocca solo il tema della fedeltà e delle molte declinazioni che può assumere l’amore
Forte è anche la riflessione sui rapporti familiari e le loro dinamiche perché Valeria non solo pensa alla famiglia che non ha avuto, ma anche alla propria, partendo dall’ingombrante ricordo della sorella morta in gioventù. Il trauma della morte di Sybilla, quando aveva dodici anni, l’ha segnata profondamente ed ha costituito una insanabile frattura con la madre. Theodora è una figura incredibile che nella prima parte del romanzo viene spesso citata e ricordata, e che poi arriverà sulla scena destabilizzando ulteriormente Valeria. Theodora è oramai una donna anziana, distrutta dalla morte della figlia. Negli anni in qualche modo ha cercato di sopravvivere e di convivere con quel lutto che ha creato una forte rottura con la figlia sopravvissuta.
In parallelo assistiamo alla tensione tra un’altra madre e la figlia, tra Isla ed Antonia, la figlia adolescente che naturalmente contesta la madre, come tanti adolescenti.
Il ritratto di Ilaria Bernardini (che peraltro ha anche una gran bella copertina) è una storia che scorre su serie di binari paralleli… che in qualche maniera si avvicinano! Sono le “convergenze parallele“, si sarebbe detto una quarantina d’anni fa in Italia.
Nella vita dei protagonisti ci sono presenze e situazioni che ritornano: i rapporti con i genitori, più o meno ingombranti; quelli con i fratelli (anche Martìn ha perso un fratello); con il lavoro; con il passato.
Va aggiunto che questo è un romanzo di donne, perché gli uomini non ci sono.
Martìn è citato, appare nei ricordi di Valeria, ma resta un uomo fermo ed immobile nel letto. Il padre di Valeria è una figura paterna assente, e penso che anche Martìn lo sia un po’ stato per i suoi figli.
Il ritratto di Ilaria Bernardini è un racconto corale di donne che in un certo senso giocano una partita a scacchi muovendosi in una caa e facendoci chiedere chi sa cosa, chi mente.
Fino all’atto finale, una conclusione sconvolgente che spariglia completamente le carte, ci stupisce, ci lascia senza parole e ci mette voglia di rileggerlo tutto con una nuova consapevolezza.
Il ritratto di Ilaria Bernardini, edito da Mondadori, che ci hanno presentato in anteprima a Tribuk 2020 ed è candidato dalla Mondadori per il Premio Tribùk dei librai, é secondo me un romanzo bellissimo per tutti gli spunti di riflessione che offre, andando a toccare così tante importante tematiche che ci costringono a interrogarci su chi siamo e sulle cose in cui crediamo.