Spillover di David Quammen, pubblicato da Adelphi, è un libro importante da leggere adesso. 1959
Attualmente la libreria è chiusa come tanti altri negozi a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio. A me sembra strano parlare di libri che non posso fisicamente vendere.
E allora quando tutto questo finirà e noi riapriremo, perché tutto questo finirà, potrete venirlo a prendere da noi oppure, se dopo che ve ne avrò parlato sarete così desiderosi di leggerlo, vi invito a comprarlo sull’e-commerce della casa editrice. Non tramite altri siti perché anche le case editrici in questo periodo, come noi librerie, sono in una certa sofferenza economica, e questo sarebbe un bel gesto anche nei loro confronti.
Spillover di David Quammen, è stato pubblicato da Adelphi nel 2014, e negli Stati Uniti nel 2012: è stato scritto tra il 2009 e il 2012 dopo anni e anni di studi.
Tengo a sottolineare questa scansione temporale perché non è il libro scritto in fretta e furia sull’onda dell’emotività per intercettare il pubblico, non è il libro scritto per andare dietro al problema del momento.
No, Spillover è un saggio scientifico divulgativo estremamente leggibile che parla, appunto, dello “spillover” cioè del salto che un virus fa da un animale a un essere umano; il termine scientifico corretto è zoonosi.
Spillover sono state la pandemia di febbre spagnola, ebola, AIDS, SARS, l’aviaria e anche il covid-19 che adesso sta imperversando. Ecco quindi che diventa chiara l’importanza di questo libro, necessario per capire quello che ci sta succedendo intorno.
Badate: “necessario” è uno di quegli aggettivi su cui si scherza un po’ nel mondo editoriale, perché troppe fascette vantano la propria pubblicazione “necessaria” per capire quello che sta succedendo intorno a noi.
Credo che Spillover di David Quammen, pubblicato da Adelphi, lo sia realmente: è stato scritto prima di tutto quello che ci sta succedendo, ci racconta quello che ci sta succedendo e ci spiega i meccanismi in cui siamo immersi ogni giorno.
È un saggio di divulgazione scientifica estremamente leggibile anche per chi, come me, non ha grandi basi alle proprie spalle.
In parte è un po’ un romanzo di viaggio perché Quammen è stato ovunque: è stato nelle foreste dell’Africa centrale da dove si è diffusa Ebola e l’aids, nel deserto australiano dove ha imperversato hendra (un’epidemia che forse noi non abbiamo sentito tanto nominare ma in Australia è stato un grosso problema), in Bangladesh e tra i mercati cinesi dove si vendono strani animali e da cucinare da dove ha originato la SARS.
A proposito di questo, il governatore Zaia ha detto che i cinesi mangiano i topi vivi: non è vero, mangiano i topi arrosto. David Quammen ha visitato un allevamento di ratti del bambù che oggi vengono cucinati (principalmente arrosto) mentre prima erano animali da compagnia.
C’è naturalmente una spiegazione sociale ed economica se da alcuni anni certi cinesi prediligono mangiare i ratti del bambù o la civetta delle palme (che non è una civetta ma sembra più un ermellino).
Ogni capitolo di questo libro narra un’area geografica e una epidemia.
Spillover di David Quammen, pubblicato da Adelphi, è un libro anche che può fare paura: il capitolo di Ebola è un po’ splatter, altri invece tendono ad angosciare, probabilmente perché stiamo vivendo queste cose.
In un elenco dei momenti topici e più ansiogeni di questa saga, oltre a Machupo non possono mancare Marburg (1967), Lassa (1969), Ebola (1976, con un nuovo coinvolgimento in prima persona di Karl Johnson), HIV-1 (riconosciuto indirettamente nel 1981, isolato nel 1983), HIV-2 (1986), Sin Nombre (1993), Hendra (1994), influenza aviaria (1997), Nipah (1998), febbre del Nilo occidentale (1999), SARS (2003) e la tanto temuta ma in ultima analisi poco grave influenza suina (2009).
Perché queste epidemie, che poi saranno quelle che illustra nel libro, sono oggi così frequenti?
C’è un motivo, certo.
c’è una correlazione tra queste malattie che saltano fuori una dopo l’altra, e non si tratta di meri accidenti ma di conseguenze non volute di nostre azioni. Sono lo specchio di due crisi planetarie convergenti: una ecologica e una sanitaria.
Sommandosi, le loro conseguenze si mostrano sotto forma di una sequenza di malattie nuove, strane e terribili, che emergono da ospiti inaspettati e che creano serissime preoccupazioni e timori per il futuro negli scienziati che le studiano. Come fanno questi patogeni a compiere il salto dagli animali agli uomini e perché sembra che ciò avvenga con maggiore frequenza negli ultimi tempi? Per metterla nel modo più piano possibile: perché da un lato la devastazione ambientale causata dalla pressione della nostra specie sta creando nuove occasioni di contatto con i patogeni, e dall’altro la nostra tecnologia e i nostri modelli sociali contribuiscono a diffonderli in modo ancor più rapido e generalizzato.
Noi stiamo andando sempre di più a toccare un ambiente naturale dove ci sono virus che negli animali non creano problemi. La Febbre Q è di herpes dei macachi: in loro non dà problemi, se “salta” sull’uomo noi moriamo in 2 o 3 giorni.
Se noi magari mangiamo il ratto del bambù potremmo prendere un virus che nel ratto del bambù è endemico e gli crea lo stesso fastidio che a noi dà il raffreddore, mentre per noi è mortale, è la SARS.
Questo libro fa paura anche perché c’è qualcosa che sembra una profezia, ma non lo è perché Quammen è uno scienziato che ha studiato.
Le malattie del futuro, ovviamente, sono motivo di grande preoccupazione per scienziati ed esperti di sanità pubblica. Non c’è alcun motivo di credere che l’AIDS rimarrà l’unico disastro globale della nostra epoca causato da uno strano microbo saltato fuori da un animale. Qualche Cassandra bene informata parla addirittura del Next Big One, il prossimo grande evento, come di un fatto inevitabile (per i sismologi californiani il Big One è il terremoto che farà sprofondare in mare San Francisco, ma in questo contesto è un’epidemia letale di dimensioni catastrofiche). Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale? Farà trenta, quaranta milioni di vittime? L’ipotesi è ormai così radicata che potremmo dedicarle una sigla, NBO. La differenza tra HIV-1 e NBO potrebbe essere, per esempio, la velocità di azione: NBO potrebbe essere tanto veloce a uccidere quanto l’altro è relativamente lento. Gran parte dei virus nuovi lavorano alla svelta.
Adesso immagino ora voi capiate perché vi dico che in parte Spillover di David Quammen fa paura, soprattutto per me quando parla della SARS, il capitolo più ansiogeno.
La SARS era una febbre che si diffondeva per via aerea.
A fine febbraio 2003, la SARS prese un volo da Hong Kong e sbarcò a Toronto. Del suo arrivo in Canada nessuno si accorse, ma nel giro di pochi giorni la sua presenza si fece sentire. Il virus uccise la signora di settantotto anni che l’aveva portato con sé in quel volo e si prese anche suo figlio, una settimana più tardi. Si diffuse nell’ospedale in cui l’uomo era stato curato e con notevole rapidità infettò centinaia di cittadini di Toronto, trentuno dei quali ne morirono. Una delle persone contagiate era una filippina di quarantasei anni che lavorava in Canada come infermiera generica; la donna tornò a casa per le feste di Pasqua, iniziò a sentirsi male il giorno dopo l’arrivo (ma continuò ad andare in giro, a fare compere e visitare parenti) e diede il la a un focolaio epidemico sull’isola di Luzon. La SARS aveva quasi fatto il giro del mondo, dall’Asia al Canada e viceversa in sole sei settimane e con sole due tratte aeree.
In parte Spillover fa paura, ma in parte no perchè racconta anche come le epidemie vengono in qualche modo contenute.
Così scopriamo che hendra alla fine miete una quindicina di morti in tutto, mentre ebola anche se più spaventoso resta un virus “perdente”. Ebola infatti è così potente che ti uccide prima che il contagio si diffonda, tant’è che rimane limitato nell’area africana. Il rovescio della medaglia è che se i morti sono stati circa settecento, la percentuale di mortalità si aggirava oltre il 70%.
Proprio in questo momento capire le cose e come funzionano è importante.
E Spillover di David Quammen è un libro che forse dobbiamo leggere se vogliamo capire quello che sta succedendo intorno a noi, e addirittura lo anticipava.
Uno dei paragrafi del capitolo sulla SARS si intitola “fortuna nella sfortuna” perché
Dalla primavera del 2003 a oggi, la SARS È stata protagonista di molti articoli scientifici. […] A leggere questi ultimi articoli, sembrerebbe proprio che «l’umanità l’ha scampata bella». 15 Gli eventi avrebbero potuto prendere una piega ben peggiore. La SARS fu un’epidemia con focolai localizzati, non una pandemia. Ottomila casi sono relativamente pochi, considerata l’alta infettività; e sono morte 774 persone, non sette milioni. […]
d’altra parte, e per fortuna, gli infettivi erano pazienti che in genere stavano troppo male per andarsene in giro, magari a prendere la metropolitana per andare al lavoro. Ciò ebbe enorme importanza nell’epidemia di SARS, fu veramente la nostra salvezza.
Mi piaceva leggervelo per ricordarvi quanto importante sia adesso stare a casa e non uscire per nessun motivo se non strettamente necessario.
Io sono quindi libreria, che è chiusa: ogni tanto bisogna venire a prendere la posta, a fare alcune cose, a controllare che tutto vada bene ma la libreria chiusa noi non stiamo lavorando.
Notevole è poi il taglio usato nel capitolo sull’HIV, virus di cui conosciamo trasmissione ed esiti anche grazie a una molteplicità di film (penso a Philadelphia) o di serie tv (vent’anni fa usciva la splendida Angels in America).
Forse per questo Quammen preferisce concentrarsi su come si è sviluppato, su come è nato.
Per farlo ci conduce in un viaggio nel tempo, arriva a contattare lo scienziato che forse ha in mano, per usare la sua definizione “la stele di Rosetta dell’HIV”, e cioè il più antico campione esistente di tessuti in cui il virus è presente, e che risale agli Anni Sessanta.
Questo per raccontare la teoria più accreditata sulla diffusione dell’AIDS, che compare negli Stati Uniti tra fine anni Settanta e inizi Anni Ottanta. Ma prima? Non è probabilmente vera la storia di Gaetan Dugas, lo stewart bello, biondo e omosessuale che infettò centinaia se non migliaia di uomini, anche perchè nello stesso periodo c’erano già molti haitiani positivi all’HIV, dipendenti dalla droga ma non omosessuali.
Spillover di David Quammen ci spiega com’è probabilmente possibile che un virus endemico nelle scimmie in Congo si sia diffuso ad Haiti e negli Stati Uniti. Resta una teoria, ma è la più probabile.
Questo perchè questo saggio che certe volte sembra un romanzo giallo (come un detective Quammen tenta di scoprire chi è stato il Motore Primo della pandemia: magari un maiale, magari un pipistrello…) ha dei punti vuoti.
La scienza ancora non ha tutte le risposte.
Parlando di Ebola racconta che esistono cinque ceppi diversi del virus: quattro nelle scimmie del Congo e uno nei macachi delle Filippine, quindi nel Sud Est asiatico.
Com’è possibile che la stessa malattia sia in due in gruppi di animali così distanti e che non hanno contatti? Non si sa.
Ecco a cosa sono utili le zoonosi: ci ricordano, come versioni moderne di san Francesco, che in quanto esseri umani siamo parte della natura, e che la stessa idea di un mondo naturale distinto da noi è sbagliata e artificiale. C’è un mondo solo, di cui l’umanità fa parte, così come l’HIV, i virus di Ebola e dell’influenza, Nipah, Hendra e la SARS, gli scimpanzé, i pipistrelli, gli zibetti e le oche indiane. E ne fa parte anche il prossimo virus killer che ci colpirà, quello che ancora non abbiamo scoperto.
Non dico tutto ciò allo scopo di angosciarvi o deprimervi. Non ho scritto questo libro per spaventare il pubblico, ma per renderlo più consapevole. Ecco cosa distingue gli esseri umani per esempio dai bruchi: noi, al contrario di loro, possiamo fare mosse intelligenti.
E una mossa intelligente ad esempio adesso è stare a casa e prendere tutte le precauzioni che i medici ci dicono.
3 pensieri su “Spillover di David Quammen”
Molto utile per non prendere nulla sottogamba! Grazie!
L’ho letto e trovo che sia molto molto interessante e scritto in maniera molto fluida e avvincente.
Lo sto leggendo, è scorrevole e molto utile, più che inquietarmi, mi fa arrabbiare ogni volta che leggo cosa si poteva fare per evitare e mi chiedo come l’OMS non abbia davvero messo alle strette i governi delle nazioni, in Italia il Piano sulle pandemie non era nemmeno aggiornato e gli ospedali non sono ancora sufficientemente attrezzati. Certo, se il numero dei malati si alza, non lo saremo mai preparati. La proposta dell’auto lockdown mi sembra buona, io la applico già da molto tempo, vediamo cosa succederà nel resto delle persone. Leggo sempre per trovare delle risposte, è la mia motivazione principale, e questo libro per quel poco che ho letto, me ne sta dando.
Buona fortuna a tutti.