L’enigma della camera 622 di Joel Dicker pubblicato da La nave di Teseo è sicuramente un giallo: c’è un morto e c’è qualcuno che vuole capire chi lo ha ucciso.
Eppure definirlo semplicemente giallo sarebbe terribilmente riduttivo.
In primo luogo perché L’enigma della camera 622 per quanto mi riguarda rinverdisce in una maniera strepitosa la tradizione del feuilleton. Questo è un romanzo che potrebbe essere in un certo senso paragonato a Il conte di Montecristo perché c’è tutto quello che noi ci aspettiamo da un grande romanzo a puntate ottocentesco.
Ci sono tradimenti, gelosie, insidie, tentativi di omicidio, vino avvelenato, scalata al potere, l’erede di buona famiglia sottovalutato, l’orfanello che vuole fare carriera e affermarsi in società, la ragazza bella ma sfortunata, il tenebroso uomo d’affari, i segreti delle banche, i servizi segreti, colpi di scena, doppi e tripli giochi.
Praticamente manca solo il passaggio segreto per essere del tutto nel clima da strepitoso romanzo ottocentesco!
Per la prima volta ne L’enigma della camera 622 Joel Dicker ambienta un suo giallo (continuerò a chiamarlo “giallo” anche se appunto è riduttivo) nella natia Svizzera, a Ginevra. Questo gli permette di seguire anche uno spunto autobiografico, perché il protagonista della sua storia è Joel Dicker stesso, imbranato e famoso scrittore svizzero che si concede una vacanza in un albergo dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, una bella vicina di casa.
Dicker sceglie un albergo ignorando che quindici anni prima lì c’è stato un omicidio, nella camera 622. Da questa scoperta si dipanano, e questo è tipico anche dei suoi lavori precedenti, varie linee narrative.
La prima è quella del 2018: lo scrittore di gialli cerca di capire cosa è successo nella camera 622.
La seconda è quella del 2003: nei giorni precedenti l’omicidio si svolgono giochi di potere, intrighi e cospirazioni che culmineranno con una morte.
La terza è quella del 1988, quando prendono avvio le vicende personali di uomini e donne che saranno poi in qualche maniera centrali nell’omicidio.
L’ambientazione svizzera implica non solo laghi e montagne e quieti paesini lindi, ma anche banche.
La scalata al potere, i segreti, i passaggi di azioni e lo stesso omicidio sono tutti collegati al mondo bancario e alla presidenza della banca d’affari Ebezner & Figli. Il delitto della camera 622, avvenuto quindici anni prima che Dicker indaghi, è il frutto avvelenato dei quindici anni precedenti dove si sono intrecciate passioni, tentativi di diseredare, intrighi, lettere falsificate, gelosie, ripicche e menzogne.
Esattamente come un grande romanzo ottocentesco.
Oltre a tutto questo L’enigma della camera 622 di Joel Dicker pubblicato da La nave di Teseo è anche un testo autobiografico perché nella linea temporale del 2018 lo scrittore parla della persona che è stata la più importante per lui da adulto, e che veniva già citato all’inizio de La scomparsa di Stephanie Meyer, sua opera precedente: Bernard de Fallois.
Cari lettori, prima che iniziate la lettura di questo romanzo voglio condividere con voi un pensiero commosso per il mio editore, Bernard de Fallois, che ci ha lasciato nel gennaio 2018.
Bernard de Fallois aveva un eccezionale senso della letteratura.
Questo libro gli deve molto. Così come tutti i miei precedenti romanzi.
Dicker racconta di cosa significò per lui, giovane esordiente, conoscere uno dei grandi vecchi della letteratura francese, che lo prese a cuore e si adoperò perchè il giallo con cui è diventato famoso, La verità sul caso Harry Quebert, ottenesse il meritato successo.
Nel raccontare le vicende che lo hanno portato a conoscere, lavorare assieme ed apprezzare Bernard de Fallois risulta chiaro quanto Dicker si senta in debito con questo editore illuminato e un po’ eccentrico che rifiutava per motivi che ci possono sembrare bizzarra i produttori cinematografici e che alla fine scelse che il libro diventasse una serie televisiva.
L’enigma della camera 622 di Joel Dicker pubblicato da La nave di Teseo sono quattro romanzi in uno: una storia biografica, un giallo, un feuilleton e infine un’opera metatestuale dove autore e personaggio si sovrappongono.
Scontato quindi che si intreccino quattro linee temporali: Dicker che indaga, la notte dell’omicidio e i giorni precedenti, tutto quello che ha originato le vicende e infine il biennio 2012-2013 e cioè quello che ha fatto Bernard de Fallois per Dicker.
L’enigma della camera 622 di Joel Dicker pubblicato da La nave di Teseo è un librone, oltre seicento pagine, ponderoso come tutti i veri feuilleton ottocenteschi, e come quelli è un gran bel libro da leggere per restare ininterrottamente a bocca aperta stupefatti un colpo di scena dopo l’altro. Leggendolo è impossibile non pensare “oddio, ora cosa succederà ancora?” rimanendo al contempo sorpresi e ammirati per tutta la costruzione della storia.
Alla fine tutto va a collimare perfettamente: Dicker si conferma scrittore che con precisione e perizia compone le tessere di un mosaico stupefacente e godibilissimo.