Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola

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È finalmente arrivato in libreria che aspettavamo: Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola pubblicato da Longanesi.
Penso che che ne fosse un po’ bisogno perché in questo 2020 quantomeno stressante e faticoso sotto ogni aspetto ci voleva un po’ di leggerezza. E uso il termine “leggerezza” con un’inflessione pienamente positiva, rifacendomi alla famosa invocazione di Italo Calvino:

Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore

E proprio leggerezza ed allegria ci dona Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola; qualcosa decisamente necessario quest’anno.

Questo è ovviamente il seguito di Questioni di Costanza che è uscito l’anno scorso e le vicende riprendono esattamente dove erano terminate: la buona e un po’ imbranata (in questo libro meno, va detto!) Costanza Macallè si è appena resa conto che il padre di sua figlia, giovane architetto particolarmente affascinante, si deve sposare.
La storia procede proprio come nel precedente, cioè su più binari.
Seguiamo la vita privata di Costanza, complicata e piena di intoppi più o meno buffi, dovendo districarsi tra: la figlia di tre anni, Flora; il padre della figlia che è tanto bello quanto impegnato; la vita domestica a casa con la sorella psicologa che la striglia un po’; il lavoro di paleopatologa, che a lei medico non è che interessi più di tanto.

Circa quest’aspetto della sua vita dobbiamo dire che dopo l’indagine sui resti di quella giovane Hohenstaufen Costanza si è fatta un po’ di pelo sullo stomaco e non casca più dal pero interrottamente.

Questa volta l’Istituto di Paleopatologia di Verona è chiamato a indagare su due scheletri che potrebbero essere di due rampolle della famiglia ducale dei Visconti.

La vicenda raccontata in Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola è una storia minore ma vera, e ci dà idea di come i Visconti fossero effettivamente una famiglia di folli crudeli psicopatici anche per gli standard italiani del Trecento. Ed erano tempi in cui un po’ tutti erano abituati a cose abbastanza truci. Le due fanciulle furono condannate a una morte atroce e nella funzione letteraria Costanza Macallé e l’Istituto di Paleopatologia di Verona (istituto universitario ma un po’ scalcagnato e a corto di soldi) devono scoprire se i due scheletri ritrovati per caso sono veramente delle due Visconti.

Se qualcuno leggendone si appassionerà a quel mondo e quell’epoca suggerisco un testo un po’ vecchio ma molto bello: Tu, vipera gentile di Maria Bellonci.

Da questo punto in poi la vicenda si muove su più piani.
C’è l’indagine paleopatologica e ci sono i flashback ambientati nel Trecento. Qui Alessia ricostruisce una storia molto molto verosimile che per così dire si collega a vicende che si sono ripetute nei secoli seguenti, dai Falsi Dimitri in Russia ad Anna Anderson nel XX secolo.
C’è poi la storia personale di Costanza, con la sua buffa stralunata vita privata che questa volta verte più su Milano, “la Londra che mi posso permettere” come dice lei stessa: perché i cadaveri sono stati trovati lì, dove peraltro vive anche il padre di Flora.
Già, perchè Londra resta sempre in testa a Costanza, che vorrebbe partire; eppure ha una figlia e un mondo, lì a Verona, a cui si sta legando.
In Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola la nostra paleopatologa inizia a diventare un po’ più realista: è cresciuta viene a dire, e così viene un po’ a patti con quella che era l’insoddisfazione che la muoveva nel romanzo precedente.

E proprio perché è cresciuta vuole porre in atto un sacco di buoni propositi… che non sempre riuscirà (o vorrà) a rispettare.

A un certo punto la sorella lo nota e glielo dice: sono passati dieci mesi da quando sei a Verona ma sembrano molti di più, sei cambiata, sei cresciuta.
Nella presentazione che avevamo fatto Alessia mi sembra che ci avesse detto che lei pensa le sue storie a blocchi di tre, e quindi questo è il secondo di tre, ma io spero che sia almeno il secondo di sei i libri sulle vicende di Costanza Macallé.

Se poi Alessia, a cui penso piaccia indagare sugli eventi minori della Storia, fossi un po’ a corto di spunti, vieni qui a scoprire la Lunigiana,
piena di castelli e piena di leggende.

Addirittura al Castel dell’Aquila qualche anno durante la ristrutturazione hanno trovato uno scheletro intero e la freccia che gli ha perforato il cranio. Nessuno sa chi fosse il defunto, forse un messaggero, ucciso negli anni in cui Dante si aggirava per queste terre.
Se vorrai continuare le vicende di Costanza noi siamo disponibilissimi a darti suggerimenti per la parte storica, perchè per la parte puramente romanzesca lasciamo tutto in mano a te che sei bravissima!

Tre motivi per leggere Costanza e buoni propositi di Alessia Gazzola pubblicato da Longanesi?

Il primo perché serve un po’ di leggerezza e di disimpegno, serve una bella lettura tranquilla e riposante che ci faccia sorridere.
Il secondo è perché Alessia sa ricollegarsi alla perfezione a un filone della letteratura italiana, quello del grande romanzo storico (non per nulla leggendola ho pensato e citato Tu vipera gentile della Bellonci), sia muovendosi nella Verona ghibellina del Duecento che nella Milano signorile del Trecento.

Ultimo motivo è quello che è bello ridere anche un po’ di noi stessi leggendo della povera Costanza Macallè.

Inciampa letteralmente cascando in luoghi non molto ameni (e no, non voglio anticiparvi dove inciampa!) e inciampa moralmente nei buoni propositi che si impone. La via dell’inferno è lastricata di buoni propositi, viene da dire, e Costanza affronta questa sua vita che non va sempre per il verso giusto con determinazione, allegria e cuore fresco.

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