La seduta spiritica di Antonio Iovane

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La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da minimum fax è una storia assurda.
Che sia “una storia assurda” lo scrive Iovane fin dalla prima pagina ma me lo dicono anche i miei clienti quando io inizio a raccontargli questo libro. Mi guardano perplessi e chiedono: «ma stai scherzando? mi prendi in giro?» perché è una storia che potrebbe essere riassunta come una barzelletta.

La sapete quella di Sciascia che chiede a Romano Prodi di come durante una seduta spiritica il fantasma di Don Sturzo gli aveva detto dove era segregato Aldo Moro?

Ecco perché è una storia assurda, una storia che sembra una barzelletta.
Eppure non c’è niente da ridere perché è tutto vero.
Nel 1978, durante il sequestro Moro, alcuni professori universitari più o meno quarantenni, bolognesi, cattolici progressisti e democratici, fanno una seduta spiritica. Evocano gli spiriti di Don Sturzo – fondatore del Partito Popolare – e di Giorgio La Pira – sindaco democristiano di Firenze – che, così affermeranno, fanno muovere un piattino su un foglio dove erano state scritte le lettere dell’alfabeto.
I movimenti del piattino creano le parole “Gradoli”, “casa”, “cantina”.

Tra questi professori c’erano Romano Prodi, Mario Baldassarri e Alberto Clò: sono tutti ancora vivi, hanno tutti avuto delle carriere importanti (Prodi naturalmente più di tutti).

Tutti dopo quarantatrè anni continuano a portare avanti questa versione.
Antonio Iovane ha provato a interrogarli in merito, e la loro risposta è che loro quello che dovevano dire l’hanno già detto alla Commissione parlamentare nel 1981: continuano a dire quindi che effettivamente c’è stata una seduta spiritica e che gli spiriti gli abbiano “dato” quelle parole.
Capiamoci: nessuno in Italia ha mai creduto alla seduta spiritica.
Francesco Cossiga, presidente della repubblica dal 1985 al 1992 e ministro degli interni durante il rapimento Moro, dirà:

in un altro paese avrebbero chiuso Prodi in una stanza sigillata fino a quando non sputava il nome dell’informatore.

Invece non è andata così e sul perché tuttora dopo tanti anni mentano Iovane dà una interpretazione che mi sembra anche abbastanza efficace.
Sulla copertina de La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da minimum fax c’è scritto che è un “romanzo”. Questo perché oltre alle interviste, alle citazioni di fatti e di dati, nel libro Iovane ricostruisce avvenimenti che pure accaduti, non hanno documenti dettagliati a supporto. Nulla è inventato, solo qualcosa è descritto in forma narrativa.

Quanto sia romanzo, reportage o saggio questo però è secondario: me è principalmente la storia di due solitudini.

La prima è ovviamente quella di Aldo Moro. A lui Iovane non mette nulla in bocca, non romanza. Qui Moro parla soltanto tramite le lettere scritte durante la prigionia. Le lettere ai colleghi di partito sono piene di rabbia e di dolore perché si sente tradito e abbandonato sull’altare della “fermezza” o della Ragion di Stato; sono scelte semantiche che lascio ad altri. Poi ci sono le lettere per i familiari, struggenti addolorate, lettere di una persona che si sente condannata a morte e che sta aspettando di essere ucciso dai terroristi.
L’altra solitudine è quella di Leonardo Sciascia.

Sciascia è un intellettuale non organico al Partito Comunista, moloch culturale di quegli anni.

È un intellettuale che ha sempre fatto “parte per se stesso” per citare una espressione di Dante (Par, XVII, 69), i cui problemi iniziano quando scrive un articolo su Il Corriere della Sera che il titolista sintetizza in «Né con lo Stato né con le Brigate Rosse».

Viene attaccato da tutti viene, nonostante quel titolo fosse una grossa e imprecisa semplificazione, e si sente impartire la lezione che tra lo Stato – seppur impersonato dalla Democrazia Cristiana corrotta – e le BR ci sono differenze. Sciascia si sente isolato e incompreso e finirà per vie legali contro Guttuso e Berlinguer riportando una confidenza fatta dal segretario del PCI sui fili che legano i brigatisti al regime comunista della Cecoslovacchia. Guttuso sceglie di dare ragione al capo del suo partito ignorando l’amicizia e la verità. 

Negli ultimi anni il Partito Comunista non ha fatto che attaccarlo.

Prima di pubblicare Il contesto ero agli occhi del Pci uno scrittore «buono e coraggioso». Candidato nelle liste comuniste fui promosso «grande scrittore». Dimissionario, eccomi diventato «vile».

Come per gli amici di Moro nei confronti del presidente della DC, anche per il partito di Berlinguer c’è uno Sciascia del prima e uno Sciascia del dopo.

Ecco la solitudine dell’intellettuale, che aumenterà una volta diventato deputato per il Partito Radicale.

Questa è anche la storia di tutta una serie di fili che non si incrociano mai; per usare una espressione nota dei tempi Moro, potremmo parlare di “convergenze parallele“.

Iovane non fa del complottismo, ma riporta le connessioni e gli scambi intercorsi tra politici e politicanti con servizi segreti e forse servizi segreti deviati, il KGB, la banda della Magliana e la camorra intorno al corpo di Aldo Moro prigioniero.
Di questo libro ho sentito una presentazione online organizzata dalla bravissima collega Ludovica Giuliani de Le notti bianche a Vigevano. Ludovica diceva che La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da minimum fax le sembra un racconto di Dickens, con il fantasma del Natale passato che viene a mostrare cose e persone.

Partendo da questa bella riflessione, io ci ho sentito assonanze con l’ultimo atto del Riccardo III di Shakespeare.

Re Riccardo nella notte prima della battaglia di Bosworth, la battaglia definitiva, vede scorrere davanti al suo letto i fantasmi di coloro che ha ucciso per prendere il potere e per mantenerlo.
Leggerlo è vederci passare davanti tutta una serie di fantasmi, che Iovane elenca fin dall’inizio.
Lucarelli_Blu_NotteCi sfilano davanti Moro, Zaccagnini, Cossiga, Andreotti, Berlinguer, Pannella come pure persone ancora vive ma che si sono ritirate a vita privata, come Beppe Pisanu (che ricordo come ministro degli Interni quando ero all’università) e lo stesso Prodi. O come gli stessi brigatisti.
Questo sfilare di politici e uomini di cultura – Calvino, Guttuso, Sciascia, Montale – che in qualche puntata di Blu Notte di Lucarelli sarebbe rappresentato dall’apparizione delle sagome cartonate in bianco e nero, è come passare in rassegna l’Italia di quaranta anni fa.
È davvero un altro mondo, una Italia completamente diversa, anche se 40 anni nella vita di una nazione non sono tanti. Basti pensare a quanto l’Italia di oggi sia un’altra cosa rispetto all’Italia della seduta spiritica di Zappolino nel 1978, e come quella lo era rispetto all’Italia del 1938, e così via. Sicuramente l’Italia del 2058 sarà diversissima da quella del 2018 e come noi guardiamo alle sciocchezze delle sedute spiritiche di allora, così guarderà ai tweet e agli hashtag che ora impazzano.

Tre motivi per leggere La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da minimum fax?

Il primo e il più importante secondo me è che questo libro va ad aggiungersi alla purtroppo scarsa “letteratura civile” di qualità che abbiamo in Italia. Leggerlo ci mette davanti a come e cosa era il nostro stato in un certo periodo, e per questo è una lettura che per quanto mi riguarda tutti dovrebbero fare.
Il secondo motivo è la piacevolezza della lettura. Questo è sicuramente un argomento difficile da trattare e nel libro si alternano documenti, ricostruzioni e le parti romanzate ma si alternano in maniera armoniosa. Non dico “si legge come un romanzo” perché questa è una di quelle frasi fatte trite e ritrite che non mi piacciono, ma davvero, nonostante il tema – il libro è perfettamente godibile da tutti.

Il terzo motivo per leggerlo è per avere una maggiore consapevolezza delle dinamiche del potere in Italia.

Alcune delle persone attive nel 1978 poi le vedremo fare carriera e comparire in tante altre storie d’Italia. Per darvi una idea, l’attuale tesoriere del Partito Democratico Luigi Zanda allora era il giovane funzionario che nei giorni del sequestro scriverà la dichiarazione di Prodi:

Luigi Zanda, capo ufficio stampa del ministero dell’Interno. […] Cossiga dà indicazioni a Zanda di scrivere al capo della polizia, Giuseppe Parlato. Il capo ufficio stampa del ministero dell’Interno esegue e accorpa, nell’informativa, anche un’altra informazione, ricevuta da fonte non identificata.

Caro dottore,
ecco le indicazioni di cui s’è detto:
CASA GIOVONI
VIA MONREALE 11,  Scala D, int. 1
Piano terreno, Milano
lungo la statale 74, nel piccolo tratto in provincia di Viterbo, in località GRADOLI, casa isolata con cantina
Con molti cordiali saluti
Luigi Zanda

Quanto poi cosa sia Gradoli, una città ma anche una strada, da dove sia venuta la soffiata, se avrebbe potuto cambiare il sequestro Moro oppure no, io non ve lo dico.
Vi dovete leggere La seduta spiritica di Antonio Iovane pubblicato da minimum fax.

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