Con Il country club di Howard Owen pubblicato da NN Editore in libreria torna l’imperfetto, caotico, alcolizzato, malvestito e brillantissimo cronista Willie Black.
Willie è un terribile ex marito, un terribile dipendente, come collega non è sempre il massimo, come vicino di casa lascia a desiderare ma come cronista e come amico è il massimo.
Anche questa volta quest’uomo che sembra bianco, e anzi un suo amico gli dice “sembri più bianco di Donald Trump” ma che in realtà è di famiglia mista, sceglie di infilarsi in un caso complicato. E così per tutto il libro lo insulteranno, gli daranno del vecchio, lo picchieranno, lo minacceranno di licenziamento. Se uno dovesse bere un sorso di un buon bourbon – Willie si lamenta che oggi con i telefonini non si può più bere del bourbon prima di mezzogiorno perché il capo lo scopre – ogni volta che qualcuno lo tratta male, finiremo ubriachi ben prima dell’ultimo capitolo.
Il country club di Howard Owen pubblicato da NN Editore verte su un caso giudiziario va a colpire Willie nel vivo, perché si tratta di un processo di ventisette anni prima che lui aveva seguito.
Un giovane ragazzo di colore è stato arrestato per lo stupro di una giovane ragazza bianca, si è fatto ventisette anni di carcere ed oggi con la prova del dna è risultato innocente.
Quando Willie, da giovane cronista, aveva coperto la notizia il suo giornale, per citarlo, in maniera neanche troppo velata aveva chiesto l’impiccagione in piazza.
Ora che Richard Slade è stato riconosciuto innocente si trova a voler capire chi sia il vero colpevole di quel reato avvenuto ventisette anni prima.
A un certo punto pensa anche di mollare; non mi ricordo se prima o dopo che lo picchiano, se prima o dopo che lo minacciano di licenziamento, ma questo è un po’ una costante nella sua vita.
Gli chiedo se secondo lui dovrei abbandonare la patata bollente del caso Slade.
Si ferma con il panino a due centimetri dalla bocca.
«Assolutamente no. A meno che tu non creda che sia stato lui. Ricordi? “Che cosa farebbe Steve?”»
[…] Durante la nostra gioventù da bifolchi a Oregon Hill guardavamo troppi film con Steve McQueen in cui il bene il male erano così lampanti che perfino un cieco avrebbe potuto distinguerli.
Un venerdì sera, dopo aver visto La grande fuga in tv da Peggy, Goat, il solito romanticone, disse che dovevamo fare una specie di patto, giurare che avremmo sempre fatto la cosa giusta, a costo di finire nei guai. Così inventammo una domanda da porci in caso di dubbio: “che cosa farebbe Steve?”
Per questo, solo per questa semplice adamantina convinzione Willie, a costo di avere una serie di disavventure incredibili, decide di cercare la verità e di scagionare completamente Richard Slade, la cui situazione dopo ventisette anni di carcere da innocente peggiora.
Cinque giorni dopo il suo rilascio la giovane ragazza bianca che lo aveva accusato di stupro, ora una ricca donna bianca quarantenne, viene uccisa per strada e naturalmente tutti gli indizi puntano sul ragazzo diventato uomo in carcere per un crimine mai compiuto.
Eppure qualcosa non quadra secondo Willie ed il suo fiuto, e lui decide di vederci chiaro.
A me quest’uomo piace perché è un uomo terribile: è spesso e volentieri troppo ubriaco, è anche un padre assente, un terribile ex marito, uno che dice la cosa sbagliata nel momento sbagliato ed infine si veste in una maniera così improponibile che ad un certo punto lo pensano un barbone.
Ma Willie Black sa di essere così: è un cronista di nera, e nella scala sociale statunitense peggio di lui ci sono soltanto gli avvocati che difendono le multinazionali del tabacco.
Eppure
in un mondo perfetto non sarebbe un uomo imperfetto come me ad aiutare il mondo a farsi un’opinione sulle cose
Ne Il country club di Howard Owen pubblicato da NN Editore Willie mette a rischio la vita più volte, lo aggrediscono spesso e la sua vecchia arguta vicina di casa ad un certo punto per prenderlo in giro gli domanda chi ha preso la sua testa per usarla come arma e picchiare qualcuno.
Nonostante tutto questo vuole capire perché quella giovane ragazza bianca ha mentito in uno stupro accaduto negli spogliatoi del locale country club, una di quelle istituzioni americane elitarie per gente molto ricca.
Chi c’è dietro al reato di ventisette anni prima? E chi c’è dietro al reato odierno?
Di una cosa infatti Willie è certo, che Richard Slade sia innocente anche questa volta. Il primo a dirglielo è il suo coinquilino ex galeotto – Willie frequenta solo brutta gente – che si è fatto anni di carcere assieme: Slade era un tipo regolare e tranquillo che non ha mai creato problemi, figurarsi se ora esce uccide qualcuno.
Partendo da questa riflessione del coinquilino e vecchio amico delle elementari ed ex galeotto, osservando altre discrepanze che la ricca famiglia della vittima vuole insabbiare, parte lancia in resta.
Per seguire la pista si fa male e viene minacciato di licenziamento (come già in Oregon Hill), eppure a Willie piace fare il cronista di nera:
Avere un ufficio in cui recarmi tutti i giorni non mi dispiace affatto. Se non altro, l’ultima settimana è servita a rendermene conto. Il giornale, che ogni tanto mi riduce in condizioni più pietoso della piccola fiammiferaia in una giornata di pioggia, potrebbe essere l’unica cosa a impedirmi di perdermi in una bottiglia senza fondo.
Ecco allora un uomo terribilmente imperfetto, al contempo un amico perfetto e un cronista perfetto, e un disastro in tutti gli altri casi (tranne quando si cade in intimità con le ex mogli, come lui da vecchio galletto si vanta; e anche questo gli provocherà una serie di problemi e delusioni) sceglie di fare “quello che avrebbe fatto Steve”.
Va a scavare nel fondo e nel marcio della buona società, trova la verità e la gestisce nella maniera più onesta possibile, proprio come avrebbe fatto Steve McQueen.
Il country club di Howard Owen pubblicato da NN Editore è un perfetto giallo da leggere perché coniuga la parte molto dura e molto cruda delle dei due casi -stupro e omicidio- alla descrizione della “buona società”, ma sempre mantenendo un tono leggero.
Il country club di Howard Owen pubblicato da NN Editore è veramente uno splendido giallo da leggere adesso anche in spiaggia magari bevendo una birra fresca: il bourbon prima di mezzogiorno magari lasciamolo a Willie.