“Ma lei è sempre così allegra?” mi chiese un cliente tempo fa.
Ebbene… sì! Se dovessi descrivere la Caterina libraia (forse anche la Caterina mamma/moglie/amica etc..) direi proprio così.
Lavorare in libreria per me è gioia allo stato puro! Non è un luogo comune dire che faccio il lavoro più bello al mondo!
Certo, forse non sottovaluterei quello di Regina ma in quel caso il destino mi è stato avverso.
Tutto è iniziato nel 2009, quando mi trovo davanti l’occasione di rilevare una libreria a Carrara.
Che fare?! Non cogliere l’occasione?
Avevo solo un compagno, un figlio piccolissimo, una seconda laurea in arrivo in Restauro del Marmo (la prima, quella in Conservazione Dei Beni Culturali mi ha dato grandi soddisfazioni ma poca concretezza) e la crisi economica incombeva su tutti noi.
Ma aprire una libreria, si sa, è anche un grandissimo atto di pazzia! Quando mi guardo indietro e ripenso a tutto quello che ho affrontato mi sento forte come una roccia.
La cosa più bella che mi può succedere in libreria? Veder ritornare un cliente soddisfatto del tuo consiglio che ti dice: “Consigliamene un altro. Mi fido di te!”
Mi piacciono i “romanzi lacrimosi” (non rosa!) come dice il mio speciale socio, i gialli e thriller italiani e ho una predilezione particolare per l’editoria dei ragazzi e dei bambini.
Faccio finta di sapere di libri buddisti (non me ne vogliate a male, almeno i titoli li so tutti a memoria) ma quando mi chiedete consigli su saggi di storia e filosofia la mia espressione diventa quella di un pesce ubriaco e vi rimando ad Enrico.
Vabbè…alla fine Regina non lo sono diventata ma almeno Regina della mia libreria posso dire di esserlo.
Il Libraio con gli Occhiali (altri lo chiamano semplicemente Enrico) potrebbe fare propria la canzone di Paolo Conte che dice:
Ho ballato di tutto, lo sai / sui sentiere dei grammofoni, sai / woody, woody… / Ho ballato un po’ con tutti, lo sai / gente nuova e gente vecchia, lo sai / Smoothie, smoothie…
Perchè anche lui ha fatto un po’ di tutto, che
A raccontarlo oggi / Non sembra neanche vero
(e questa è una canzone di Francesco De Gregori).
Negli anni è stato praticante architetto, blogger, social media manager, copywriter per una associazione di valorizzazione del territorio e ha ascoltato ore ed ore di radio quando disegnava per gli esami all’università, con la predilezione per i cantautori italiani.
Quale allegria!, canterebbe Lucio Dalla, mentre il Libraio controlla i libri arrivati tra le note dei Baustelle, e spera che la loro cantante si materializzi in libreria.
Una delle prime volte che ci è entrato, era un architetto che faceva anche il social media manager. Meno di un anno dopo, aveva scoperto cosa significasse stare dietro al bancone, per giunta sotto Natale.
E incredibilmente aveva anche capito che lo sapeva fare bene e che gli piaceva.
E che si divertiva!
Per questo al pomeriggio lo trovate intento a sistemare i libri, a parlare di noir e di gialli, della amata saggistica e a sfottere bonariamente la Libraia che consiglia romanzi lacrimosi. Con lo stesso piglio che avrebbe se vi stesse vendendo tre etti di prosciutto.
(Al mattino lo trovate in giro per supermercati, rivendite di pane, macelleria: fa il rappresentate di salumi.)
Ha ballato troppe cose per prendersi sul serio e per posare a Sacerdote della Cultura: nell’animo è un bottegaio che si diverte a vendere parole ben scritte, personaggi di fantasia più veri del reale e quei “libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira“.
(Questo è Il giovane Holden, perchè bisogna inserire almeno una citazione letteraria, sennò pare brutto).
Quello che gli piace leggere lo trovate nei Consigli del Libraio ma poichè “Dimmi quello che leggi e ti dirò chi sei è vero; ma ti conoscerei meglio se mi dicessi quello che rileggi” (e questo è François Mauriac) se dovesse fornire una formazione di autori che legge e rilegge schierebbe: Guareschi, Barbero, Magris, Borges, Montanelli, Eco, Garcia Marquez, Dostoevskij, Messori, Buzzati, Rumiz.
Sì, non c’entrano nulla gli uni con gli altri, vero. Ma oltre ad avere ballato di tutto, ha letto di tutto.